Nel 1320-25 Cangrande della Scala fa costruire una nuova, grande cinta (una
muraglia merlata con torri e fossato) a difesa dei borghi più esterni e della collina.
Calzario, il "magister murarius" che sovrintende alla costruzione, verrà ricordato da
una lapide e dal nome della porta principale della città.
Dopo la sconfitta contro gli eserciti della Lega di Cambrai e la lunga guerra per
recuperare i suoi domini di terraferma, Venezia, nel 1517-70, rinnova le difese di
Verona con terrapieni, rondelle (torrioni circolari) e bastioni. Capitano generale è
Francesco Maria della Rovere; il principale architetto è Michele Sanmicheli, che
realizza i bastioni di S.Francesco, Santa Toscana, Riformati, S.Bernardino, S.Zeno e
Spagna, e le magnifiche porte.
Dopo le guerre napoleoniche e l'occupazione francese della città, che costò la
distruzione dei bastioni di destra Adige, di Castel San Pietro e Castel San Felice,
Radetzky ordina che le mura di Verona siano ricostruite e adattate ai nuovi principi
della difesa attiva. I lavori, iniziati nel 1833 secondo i piani del grande architetto
tedesco Franz von Scholl, durano fino al 1845.
Il novecento,dal 1912, apertura delle brecce stradali a Porta Nuova, ai lavori per i
sottopassi del '90, è un secolo di manomissioni.
Per completezza andrebbero ricordati gli interventi di Alberto della Scala (1287-89) e di Galeazzo Visconti
(1387-1404) di cui restano poche tracce.
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